I nostri pensieri, le nostre azioni ne creano, lo sviluppano e da prospettive diverse lo rubiamo ad altri.
Tutto ciò che facciamo, quello che respiriamo, sospiriamo con avidità, incalzando la vita con tutte le sue miliardi di costellazioni e opportunità, delimita la nostra volontà in degli spazi: spazi piccoli e stretti, tenebrosi e inquietanti o dai quali ci si può riempire gli occhi di orizzonti in continua espansione e tensione.
L’animale uomo usa l’arte per trovare il coraggio di dare uno spazio ai propri sogni aprendosi alla possibilità di ottenere delle chiavi di lettura per interpretare ciò che lo circonda, perché i sogni hanno uno spazio proprio e dare loro una prospettiva materiale vuol dire tentare, con concreta audacia, di presentare la propria anima.
Io credevo che non mi sarei mai potuta avventurare oltre. Avevo delimitato il mio spazio e permettevo che gli altri lo delimitassero, con le parole, i giudizi, e io a mia volta lo restringevo sempre di più con le mie paure, che focalizzavano la mia mente solo su una strada, con una sola prospettiva possibile. Quando ho deciso, perché bisogna prendersi tempo e spazio per decidere prima o poi, di buttare giù le barriere, i tabù, di cambiare, la mia prospettiva in quel momento ha assunto la forma di infiniti sentieri che non so dove mi porteranno. Su alcuni correrò da sola, su altri passeggerò in compagnia, alcuni li sorvolerò, ne percorrerò dieci insieme con un passo da gigante, forse di molti non scoprirò dove avranno fine, ma non mi importa.