SUPERBELLEZZA
a cura di Michele Dantini
con Luca Bertolo e Flavio Favelli
Sansepolcro 15 dicembre 2018 – 10 Marzo 2019
con il sostegno di Regione Toscana nell’ambito del Bando Toscanaincontemporanea2018.
La Resurrezione e il Polittico della Misericordia del Museo civico di Sansepolcro: sono queste, con la Madonna del Parto di Monterchi, le opere di Piero che si incontrano in un territorio piccolo e delimitato, pure di così grande importanza per la storia dell’arte italiana e occidentale. Immagini che hanno caratteri di dramma intimo: tutto, in Piero, sembra ammantarsi di silenzio, svolgersi tra sguardi attoniti e rapiti nell’attimo decisivo e separato. Il prodigio raffigurato, sia esso la Resurrezione o l’Incarnazione, è tanto più sconvolgente quanto più appare svolgersi in circostanze appartate.
E’ questa, di Piero, una scelta per così dire narrativa o di regia che affonda in convinzioni teologiche e riflette ben precise istruzioni impartite all’artista anche dalla committenza ecclesiastica; e che tuttavia investe anche il prodigio dell’immagine dipinta, scolpita o altro. Anch’essa, in definitiva, è un’«incarnazione», un «parto» o una «resurrezione»: qualcosa nasce che prima non esisteva, e scene o circostanze ordinarie prendono aspetti di rivelazione in forme mai del tutto precostituite. E anche l’opera d’arte sembra trarre vantaggio dal silenzio: irrompe attraverso cortine di attesa. Luca Bertolo e Flavio Favelli, artisti tra i più potenti e acuti della generazione italiana mid-career, attenti al tratto in parte enigmatico e paradossale del processo creativo considerato nella sua distanza, sono adesso invitati da Michele Dantini, storico dell’arte, curatore, scrittore, a misurarsi con Piero nel contesto di Casermarcheologica: e a rinnovare il «prodigio» di ciò che, in arte, chiamiamo Natività. Un’installazione audio di Joseph Beuys, artista che sembra a tutta prima così distante dal silenzio, caratterizzato invece da scelte di vocalità, completa a mo’ di antitesi la mostra|teorema assieme a una piccola biblioteca|installazione, disegnata dal curatore in collaborazione con gli artisti, dedicata al tema della Natività quale si ripresenta, in forme spesso allusive e indirette, nell’arte italiana postbellica.
La mostra “Superbellezza” è stata composta dall’esposizione all’interno degli spazi di CasermArcheologica, che con le sue crepe ha ispirato diversi interventi, e da una parte in spazi pubblici di cui fanno parte: un lungo striscione, realizzato a quattro mani dagli artisti, appeso sulla facciata dell’edificio, manifesti affissi negli spazi pubblici cittadini e duemila multipli, buste in carta regalate ai negozianti di Sansepolcro che li hanno potuti diffondere durante il periodo natalizio.
La giornata inaugurale del 15 dicembre ha visto in programma, al mattino una conversazione tra curatore e artisti con gli studenti del Liceo Città di Piero; al pomeriggio, alle ore 17.00, l’inaugurazione aperta a tutta la Città.
Venerdì 14 Dicembre, alle ore 16.00 si è svolta una visita in anteprima per la Direzione Generale Cultura e Ricerca della Regione Toscana in visita a CasermArcheologica, per le Autorità Cittadine e la Stampa.
Presentazione del catalogo edito da Boite Edizioni: 20 marzo 2019, ore 17.30, Le Murate, Firenze
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Michele Dantini insegna storia dell’arte contemporanea all’Università per Stranieri di Perugia ed è Visiting Professor presso IMT Scuola di Alti Studi, Lucca; Scuola di specializzazione in Beni storico-artistici dell’Università di Perugia. Laureatosi in storia della filosofia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa (relatori Remo Bodei e Adriano Fabris) e perfezionatosi in storia dell’arte contemporanea (Ph.D) presso la stessa Scuola Normale Superiore (relatori Paolo Fossati, Paola Barocchi, Enrico Castelnuovo) con soggiorni di studio e ricerca presso The Courtauld Institute, Londra, e Eberhard Karls Universität, Tubinga, tra 2011 e 2013 ha diretto il Master MAED in Educational Management al Castello di Rivoli Museo di arte contemporanea. Responsabile di progetti di ricerca nazionali e internazionali dedicati ai temi dell’arte italiana postbellica, è nel comitato scientifico di OGR Torino e si interessa del rapporto tra immagini e parole, di «creativity studies» e teoria della cittadinanza. Per la casa editrice Donzelli è in uscita «Arte e politica in Italia tra fascismo e Repubblica» (Roma, settembre 2018). Ha in programma, con il numero monografico della rivista «piano B» dedicato alla storia dell’arte italiana del Novecento, la curatela della mostra «Paul Klee» in allestimento al MUDEC Milano (Sole 24Ore Cultura). Tra le pubblicazioni più recenti «Arte e sfera pubblica» (Donzelli, Roma 2016); «Macchina e stella. Tre studi su arte, storia dell’arte e “clandestinità”: Duchamp, Johns, Boetti» (Milano 2014); «Geopolitiche dell’arte. Arte e critica d’arte italiana nel contesto internazionale» (Milano 2012). I suoi libri sono tradotti negli Stati Uniti, in Francia, Polonia, Spagna e altri paesi. «Diario Namibiano» (e/o, Milano 2003), inchiesta sulle trasformazioni delle abilità tradizionali in Africa australe all’ingresso nel mercato globale condotta in collaborazione con la National Gallery di Windhoek nel contesto di un progetto di cooperazione culturale, è stato finalista del premio Paola Biocca|Società Italo Calvino nel 2002. E’ nel comitato editoriale di«Predella Journal of Visual Arts» e «pianoB», riviste per cui cura o ha curato numeri monografici. Collabora al «manifesto», «Alfabeta2» e «minima&moralia».
Luca Bertolo è nato a Milano nel 1968. Dopo aver frequentato il corso di laurea in Scienze dell’Informazione all’Università Statale di Milano, abbandona la tesi in logica matematica. e si trasferisce a Londra. Tornato in Italia, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove si diploma in pittura nel 1998. Nello stesso anno si trasferisce a Berlino, dove rimane fino al 2004. Da allora vive in Italia. Ha partecipato a mostre in spazi pubblici e fondazioni d’arte tra i quali MART (Rovereto, 2018), MAN (Nuoro, 2017), Fondazione del Monte (Bologna, 2017), MAGA (Gallarate, 2016), Fondazione Prada (Milano, 2015), GAM (Torino, 2014), GNAM (Roma, 2013), Centro Luigi Pecci (Prato, 2008, 2013), Nomas Foundation (Roma, 2012), 176/Zabludowicz Collection (Londra, 2010), MACRO (Roma, 2009), Kettle’s Yard (Cambridge, 2006). Ha esposto in gallerie private, tra cui SpazioA, Pistoia e Arcade, Londra; uqbar, Berlino; Galerie Tatjana Pieters, Gent; The Goma, Madrid; Galeria 3+1, Lisbona, Galerie Perrotin, Parigi; Marc Foxx, Los Angeles. Ha pubblicato articoli su Flash Art, Il Giornale dell’arte, Exibart, Artribune, Warburghiana, Doppiozero, Le parole e le cose, ATP Diary. Dal 2015 insegna pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Flavio Favelli vive e lavora a Savigno (Bologna). Dopo la Laurea in Storia Orientale all’Università di Bologna, prende parte al Link Project (1995-2001). Partecipa alla residenza TAM a Pietrarubbia diretta da Arnaldo Pomodoro nel 1995 e al Corso Superiore Arti Visive della Fondazione Ratti con Allan Kaprow nel 1997. Ha esposto con progetti personali al MAXXI di Roma, al Centro per l’Arte Pecci di Prato, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, al Museo Marino Marini di Firenze, alla Maison Rouge di Parigi e al 176 Projectspace di Londra. Nel 2008 ha progettato e realizzato Sala d’Attesa nel Pantheon di Bologna all’interno del Cimitero Monumentale della Certosa, che accoglie la celebrazione di funerali laici. Nel 2010 è stato artista in residenza all’American Academy di Roma.
Partecipa alla mostra Italics allestita a Palazzo Grassi, Venezia (2008) e al Museum of Contemporary Art (MOCA), Chicago (2009) e a due Biennali di Venezia: la 50° (Clandestini a cura di F. Bonami) e la 55° (Padiglione Italia a cura di B. Pietromarchi). Nel 2015 l’opera Gli Angeli degli Eroi viene scelta dal Quirinale e dal Ministero della Difesa per rappresentare i militari caduti nella ricorrenza del 4 Novembre. Nel 2017 il progetto Serie Imperiale vince la seconda edizione del bando Italian Council.