Diario di residenza | 2024

Diario di residenza | Andrea Salvatori

Dal 27 luglio al 27 ottobre2024 , le opere di Andrea Salvatori ritornano ad abitare le sale espositive di CasermArcheologica.

La mostra visitabile tutti i giorni, raccoglie una serie di disegni e di sculture nate durante le residenza che l’artista ha trascorso a Sansepolcro la scorsa primavera per la progettazione e la realizzazione della mostra IL GIARDINO DEL FUTURO realizzata in collaborazione con Aboca Museum.

Durante i giorni della permanenza a Sansepolcro, l’artista ha realizzato una serie di disegni in notturna delle vie del paese, attraversando il silenzio e le luci della città e scoprendone il suo fascino solitario. Alcuni disegni in particolare, descrivono il giardino di Piero della Francesca con un tratto grafico fresco e vibrante pur mantenendo una atmosfera nostalgica e riflessiva.

Non solo appunti e disegni, la residenza di primavera di Andrea Salvatori, ha dato alla luce anche una serie di sculture in ceramica, di cui alcune erano presenti per la mostra Il giardino del Futuro, mentre l’ultima realizzata, entrata nella collezione permanente di CasermArcheologica, è esposta nella mostra.

Sculture che nascono dalla correlazione tra uomo e tecnologia, grazie all’utilizzo della stampante 3D, l’artista interviene con gli inserti di sfere realizzate meticolosamente a mano, andando a interrompere il movimento ciclico e regolare della stampante, ne nascono così dei vasi che perdono la loro funzione, tramutandosi in corpi mutanti e organici, grazie anche all’uso di componenti di colore smaltato che restituiscono la lucentezza tipica della ceramica.

Questa è stata anche l’occasione per portare a CasermArcheologica la grande testa in ceramica del David di Michelangelo, che Andrea Salvatori ha realizzato in misure originali grazie a un lavoro di calco su copie della famosa scultura, ma la tasta di Salvatori, non vuole essere un semplice calco di ripriduzione, all’interno si celano figure oniriche, personaggi fiabeschi o piccole donnine malinconiche quasi imprigionate, che popolano la “mente ” del grande David, o forse dell’artista stesso.