Vorresti una vita diversa e quando ce l’hai ne vorresti un’altra e poi un’altra.
Vorresti essere un’altra persona, vorresti avere altre capacità. Ti rendi conto che la vita di per sé non ti accontenta mai, desideri una cosa, la ottieni, oppure ottieni altro e non ti basta mai.
Vorresti che la vita fosse proprio un’altra cosa, definizione del mal di vivere.
Esistono momenti felici anche se si ha il mal di vivere.
Episodio. Sul letto, nudi credo, suona il telefono, rispondo alla chiamata, ti metti a ridere. Poi si è spenta la luce, era stato un piccolo petardo.
Esistono momenti che il mal di vivere rovina.
Avere una testa come la mia è veramente dura.
Episodio. In auto, sulla strada del ritorno da una scampagnata, senza motivo scoppio a piangere, stavo male. Nessuna pretesa di comprensione, infatti non c’è stata.
Mal di vivere non significa depressione post o pre qualcosa, ci si nasce. Non è una cosa triste o pericolosa. Ti fa vedere le cose per quello che sono. Un mondo pieno di stronzi stupidi e di gente intelligente. A volte gli stronzi sono pure intelligenti. Tutto qui. Non manca a chi crede di essere nel giusto né a chi sa di sbagliare. Ce lo hanno i re, gli imperatori, Greta, e gli operai, tutti insomma. C’è chi quando ne soffre non ha voglia di porgere omaggi e saluti, chi lo alleggerisce con messaggini idioti natalizi, c’è chi non si pone neanche il problema di cosa sia e chi ci fa una carriera per poi ammazzarsi senza troppi annunci pubblicitari.
Il mondo è pieno di mal di vivere, pure gli animali ce l’hanno, quelli nelle gabbie. Noi lo abbiamo perché non c’è via d’uscita, ma rassegnamoci, non ci sarà. La gente si aspetta la speranza, quella che non muore mai, ma sapere dove va cercata non vuol dire averla trovata. E non tutti si sentono in galera. A qualcuno piace pure.
Poi c’è il mal d’amore, da non confondere col mal di vivere, il mal di vivere ce lo hai sempre, anche se non ci pensi, sia che tu abbia perso o no la speranza. Allora, il mal d’amore è come un vaso piccolino che cresce man mano ci si versa l’acqua dentro, la deve contenere tutta, non deve straboccare. Se strabocca sei tipo uno come Gesù o Gandhi, non riesci a contenere tutta l’acqua, insomma piscia di fuori. A noi comuni mortali il vaso non può ingigantirsi all’infinito, perciò ad un certo punto, stop! L’acqua, se si è intelligenti va versata a goccia, piano piano, se ce la butti tutta subito ti stufi, non si è allenati a sentirne il peso tra le mani, le braccia si stancano, diventa pesante avere questo vaso in mano e ne cerchi uno nuovo, vuoto, piccolo, da colmare…con qualcun altro.
Naturalmente i vasi possono cascare e così si frantumano, si spezzano e inizia il mal d’amore. E che si fa? Inutile, il più delle volte, cercare di incollare i pezzi, andrebbe buttato. Dispiace non avere più quel vaso tra le mani, c’e voluto pure un po’ di tempo per colmarlo, il problema è che uno dei due non si era accorto che stava in secca la situazione idrica…peccato.
Però il mal d’amore senza il mal di vivere ci può stare, il mal di vivere senza il mal d’amore no, perché gli dà intermittenza, sennò sarebbe tutto un mal di vivere. Perciò hanno inventato le religioni, che al mal di vivere non ti ci fanno pensare, devi solo recitare preghiere. Appena hai un momento.
Per aiutare chi viaggia, il cervello ci ha dotato del mal del posto che si lascia, anche se lo hai vissuto col mal di vivere. È una nostalgia un po’ strana, non muori se non ci torni, ma se non ci torni stai male. Dicono che cambiare faccia bene, sì sì.
Io il mal di vivere ce l’ho anche se faccio cose che mi piacciono, se sto con persone che mi fanno stare bene, se ho le giornate piene, se non ho tempo neanche di fare colazione.
Esistono momenti in cui il mal di vivere aiuta.
Episodio. La prima volta che ti vidi mi scappò detto: vorrei non essermi messa queste scarpe. Tu mi sorridesti.
Non c’è una cura, che tu sia un medico o un artista. Un artista almeno lo fa vedere il suo mal di vivere. Perciò deduciamo che il posto dove poter riempirsi gli occhi di mal di vivere sia il museo, un art-laboratory e tutte quelle cose lì…e che usciti da lì sai che non sei solo e che il mal di vivere, anche se chimicamente non è un elemento, è nell’aria.
Quando si è piccoli il mal di vivere è tollerato, è un pianto bizzoso, una pretesa di fuga. Da adulti questo comportamento non sarebbe compreso, infatti ci sono i matti. Il primo passo per diagnosticare il mal di vivere è andare dallo psicologo che poi ti manda dallo psichiatra se il caso è grave, e la definiscono depressione perché non si riesce più a pensare ad altro che a questo male. Potrebbe essere messo su scala.
Esistono momenti in cui il mal di vivere fa veramente paura.
Episodio. Sentirmi bloccata nel letto, col cuore a mille. In realtà il battito è regolare.
Quello che cerco di fare è di vedere le cose come una entità esterna. È l’unico modo per non esagerare nelle reazioni, perché, in fondo, siamo tutti matti, solo che non ce lo diciamo.