Racconto di Eleonora Marangoni
Foto di Silvia Noferi
C’era una volta un giorno di novembre, in cui eravamo rimaste solo noi, e ci siamo sedute intorno a un tavolo. Nel silenzio del palazzo, del borgo e del territorio che ci stava intorno. La Toscana era zona rossa, Caserma era chiusa al pubblico, eppure a starci dentro non si aveva l’impressione di qualcosa di fermo. Anche quello era un tassello, un passaggio, un’altra occasione di ascolto delle stagioni del luogo e del suo territorio.
È stato il tempo di visitare Cospaia, la Repubblica libera nata nel 1441 per un errore nel tracciamento dei confini tra lo Stato Pontificio e la Repubblica di Firenze. Un microstato indipendente con una storia unica al mondo, senza legge né padroni, che sopravvisse come «terra nullius» fino al 1826. Un microcosmo indeciso tra l’Umbria e la Toscana, composto da pochi chilometri, due fiumi, cinque cognomi, cinquanta famiglie e trecento persone.
È stato il tempo di incontrare con i ragazzi di Empire 24, sala prove e studio di registrazione specializzato in trap, rap e hip hop che vive in una delle stanze di Caserma. « Da queste parti mettere su un posto del genere è difficile, è tutto caro o non si trova niente. », ha detto Maurizio, il fondatore, che ha diciannove anni; due anni fa ha chiesto a Caserma il permesso di affittare lo spazio e da allora lo gestisce ogni giorno. «Ovviamente in un campo come questo è difficile emergere, ma le cose vanno piuttosto bene, e poi se lo fai per te sarà bello a prescindere ». «Perpetua et firma libertas»: era il motto di Cospaia, e in qualche modo continua a vivere anche in ognuna di queste stanze, giorno dopo giorno.