Donne…le conoscete? Sapete, quelle scimmie evolute che lottano contro peli millenari e che credono di discendere dalle balene? Ecco, quelle.
Non voglio fare il tipico articolo “sessista pro femminista, uomini vi stiamo spaccando il culo”, quello lo sappiamo benissimo, non bisogna ripeterselo.
Ci sono miriadi di differenze che ci separano, libri, Marte, Venere, pure Eros…ma c’è una cosa che ci unisce: siamo programmati per procreare, per far germogliare i semi, anche se, naturalmente, l’uomo oggi continua ad andare a caccia di mammut e la donna spacca le noci coi sassi… Poi esiste la categoria che rinnega di avere questa spinta fecondativa e inizia a lanciare pregiudizi sugli amori dove il genere di entrambi non è l’opposto: qui mi taccio, qualcuno potrebbe offendersi e io finire scomunicata. Mio padre è religioso e non vorrei dargli altri dispiaceri, già ha dovuto sopportarmi da adolescente…
Io c’ho capito poco delle donne, sono una di loro, ma penso che essere uomo sia molto più facile: te ne puoi fregare, puoi lasciare la tavoletta del water alzata di notte per quella sfortunata che ci andrà dopo di te, la quale, povera anima, sobbalzerà sentendo il freddo della ceramica; puoi vestirti con gli stessi colori per anni, puoi fare tanto sesso, vantarti e non essere bollato. Siamo un po’ matte, un po’ fuori dagli schemi e certi comportamenti questi scimmioni li guardano un po’ di traverso.
Abbiamo un metabolismo mentale diverso. C’è chi si nutre di plancton e comunque non dimagrisce e deve perdere litri di sudore a cui dire addio è doloroso, c’è chi prova invidia perché non è bella, alta, magra, simmetrica, col culo sodo e non è un photoshop che cammina; e c’è chi continua a credere che il principe azzurro debba essere uno stronzo. Qualcosa però lo abbiamo cambiato: siamo diventate delle esperte, ad esempio, nell’ascoltare la nostra voce interiore, la nostra anima politica, sensibile al mondo… E siamo quindi diventate delle esperte anche a prendere, di conseguenza, chilate di ansiolitici.
Io allora resto, forse, agli anni 90′ da piccola teenager, quando mi omologavo alle amichette vicine di casa con le quali facevo a gara nell’essere alla moda: la collanina, la maglietta di marca, il piercing al naso…E se una di noi prendeva una cotta, la domenica pomeriggio attraversavamo tutte insieme il circolo polare per poter vedere e stalkerare la vittima. Diventando più grande le cotte amorose si smettono di scrivere sui diari o con i pennarelli nei bagni della scuola, e se ne scoprono i lati segreti: tutto quell’insieme di cellule e sinergie può anche parlare, confrontarsi e incazzarsi, non solo pomiciare per ore e ore.
Questo nostro strano software continua a funzionare, ad aggiornarsi e così siamo riuscite a trasformare la clava in un martello pneumatico, digitalmente predisposto allo sfracassamento delle biglie. Tuttavia, vi assicuro che dentro di noi, scimmiette agguerrite intimamente frangibili, la paura di non piacere, o di dire, o fare, o essere la cosa sbagliata non ci ha mai abbandonate. E no, non ci sono antivirus che ci proteggono.