Il DIRITTO AL SILENZIO – LABORATORI CON GLI ARTISTI
Elio Mariucci | Ilaria Margutti | Matteo Lucca
22 agosto | 29 agosto | 5/8 ottobre
I laboratori sono gratuiti e aperti a tutti, il numero massimo di partecipanti è di 10 persone per volta.
Per informazioni e prenotazioni scrivere a casermarcheologica@gmail.com
oppure wattsapp allo 349 3433414 o 349 6442920
La mostra dal titolo “DIRITTO AL SILENZIO” che inaugurerà il 10 ottobre alle 18,00, sarà in parte il risultato di un percorso che vuole lasciare una testimonianza relazionale tra gli artisti ospitati e il pubblico coinvolto, attraverso tre incontri/laboratori che si terranno tra fine agosto e primi di ottobre.
Il titolo della mostra prende spunto da un capitolo del libro di James Hillman “La politica della bellezza”, nel quale l’autore pone il silenzio come luogo preposto al nutrimento dell’immaginazione e individuazione del proprio essere naturale.
l silenzio presuppone una vita interiore. Quando l’attività è acquietata, quando gli stimoli si sono interrotti o attutiti, e allentate le pressioni che le relazioni comportano, l’immaginazione germoglia naturalmente – in libertà.
Il silenzio, dunque, ha implicazioni politiche.
Prima del diritto alla libertà di parola, alla libertà di stampa, alla libertà di culto, a libere elezioni, viene il diritto di stare in silenzio, perché questo diritto presuppone la persona libera interiormente, che parla, che stampa, che adora e che vota.
[..] Il silenzio presuppone il primato della persona psichica. I diritti inalienabili sono i poteri di quella inalienabile persona la cui mente immaginante non si è alienata.
L’anima fin dall’inizio, è dotata naturalmente di una sua individualità, e il silenzio è una delle condizioni per il suo fiorire”. (James Hillman, Politica della bellezza, a cura di Francesco Donfrancesco , Moretti&Vitali Ed. 1999, pag 113)
Per Hilmann dunque, il silenzio è un atto politico, perché presuppone l’ascolto e l’interiorizzazione del mondo circostante per far fiorire l’identità che custodiamo.
Hillman pone l’arte come centro di un atto politico, come laboratorio sperimentale nel quale, attraverso il silenzio, si impara l’ascolto e lo sguardo, per lo sviluppo e l’espressione di una personalità inalienabile e libera.
Senza un’immaginazione esercitata, nella pubblica arena c’è una stupidità anestetizzata, un tipo di risposta al mondo sensibile di chi ha i sensi indeboliti. Diventiamo insensibili nei confronti gli uni degli altri e nei confronti della nostra stessa sensibilità. Abbiamo perso la sensibilità di farci persuadere per via estetica.
La mostra sarà dunque il risultato di ciò che artisti e pubblico, avranno realizzato assieme: un’opera collettiva di arte relazionale.
Gli artisti, attraverso le proprie tecniche e le diverse poetiche, guideranno i partecipati lungo il percorso di realizzazione di piccole opere manuali, permettendoci non solo di immergerci nei loro mondi, ma appunto, di concentrarci su quel silenzio compiuto come un atto politico, di presenza a se stessi, di fioritura individuale, come intende Hillman.
Per questo motivo, abbiamo pensato che i laboratori siano liberi e gratuiti, una possibilità per tutti per creare spazio e senso di luogo a noi stessi.
Sulle tracce di ciò che Casermarcheologica ci ha insegnato in questi anni, questa mostra nasce dall’esigenza di tornare ad ascoltare il suono del silenzio che abita le sue sale, di attraversarle e trasformarle, seguendo l’eco del tempo che le vive.
ELIO MARIUCCI – concluso
Sabato 22 agosto dalle 15.00 alle 18.00 laboratorio artistico “ Officina delle sardine”.
L’opera di Elio è un racconto antico, proveniente da un tempo dimenticato, da un rito magico che sboccia nel presente.
Un mondo fatto di piccoli dettagli impercettibili, coriandoli, carte di caramelle stropicciate e sminuzzate, chiodi o bulloni caduti dalle tasche di qualche artigiano distratto o fuggiti da scatole di metallo, usate come contenitori di ricordi sfocati.
Elio ci conduce a ripensare il senso del rito in chiave contemporanea, recuperando il significato di presenza nella realtà, nel qui e ora, nell’esserci come atto consapevole del sentirsi in vita.
Il suo laboratorio sarà incentrato nella costruzione delle sue “sardine”, orami divenute un simbolo rituale di Casermarcheologica, le quali andranno ad alimentare il numero di pezzi già esposti nella sala gialla durante la sua mostra “Archetipi Transitori”, in corso fino al 20 settembre.
Ilaria MARGUTTI – concluso
Sabato 29 agosto dalle 15.00 alle 18.00 laboratorio artistico “ Il giardino delle somiglianze”.
Un giardino è lo spazio, nel quale ogni elemento si manifesta: alberi, sentieri, ponti ma anche intuizioni, insegnamenti, relazioni. Il giardino è natura lavorata e, come l’anima, chiede di prendersene cura, di essere costruito, consolidato e allo stesso tempo di restare naturale. (Hillman)
Il laboratorio sarà incentrato nella costruzione di “alberi/radici” successivamente appesi come esseri leggeri e fluttuanti che andranno ad abitare la sala azzurra del camino.
MATTEO LUCCA – Dal 5 al 8 ottobre laboratorio artistico “ Tienimi– il gesto di una parola”.
Laboratorio con l’artista Matteo Lucca per realizzare sculture di pane da calchi delle proprie mani
I laboratori tenuti da Matteo Lucca, artista di Forlì, saranno svolti in più giornate e coinvolgeranno un pubblico più vasto, tra cui anche ragazzi delle scuole superiori.
Le giornate di laboratorio aperte a tutti saranno 5, 6, 7 e 8 ottobre in due turni 15,00/17,30 e 17,30/20,00 e si sviluppano in due fasi, la prima è dedicata alla realizzazione dei calchi delle mani dei partecipanti, la seconda alla cottura dell’impasto della forma al positivo.
È OBBLIGATORIA LA PRENOTAZIONE segnalando il giorno e il turno a cui si vuole partecipare, se a uno o due.
Il numero massimo di partecipanti è di 10 persone per turno per garantire il distanziamento
1° turno 15,00/17,30
2° turno 17,30/20,00
SCRIVERE A: casermarcheologica@gmail.com
Le sculture di pane di Matteo Lucca, sono dei veri e propri luoghi dove ritrovare “l’incontro” con l’altro. L’atto del prendere il calco, l’impasto e la cottura della forma, diventano così momenti nei quali poter riscoprire il senso del racconto.
La materia veicola il senso della forma, perciò il pane, quando prende forma di corpo racconta l’uomo attraverso i suoi simboli e significati, la sua storia sua la cultura. Il corpo si racconta attraverso la materia e in questa fusione generano qualcosa di altro: così il pane non è solo cibo ed il corpo non è solo un corpo. Nel loro insieme emerge uno sguardo che parla della natura umana, dell’esistenza complessa che attraversa il corpo nel suo essere spirituale e materiale, sacro e profano. ( Matteo Lucca)