Eppur…fermarsi

 

Eppur nel percepire un remoto coraggio
per la mia conscia e inadeguata propensione alla speranza
devo tacere
per non turbare con tali sensazioni
la quiete di chi
la quiete dei tempi che dell’avvenir,
fiduciosa in me stessa
fiduciosa in una scommessa,
potran protrarsi
o sospendersi
in un tempo che in solitudine
ricordi andran riemergendo
nella memoria
per ripetersi
per fermarsi.

L’avevo scritta quasi due anni fa per un ragazzo, una bella sbandata, sono uscita fuori rotta saltando 4 continenti. Ora, rileggendola, mi colpisce l’ultimo capoverso: “per fermarsi”. Sono tante le emozioni che si sono depositate ad oggi, pietrificate dalla lava di un vulcano, per lo più quelle negative, quelle che mi spingevano a scrivere arrabbiata. Ero arrabbiata e sono rimasta arrabbiata dai 12 ai 29 anni. Oggi no, oggi ho bisogno di fermarmi e osservare, mettere ordine nei cassetti, trovare le coppie di calzini poi scoppiate e lasciate lì, sole solette.
A 30 anni dovrò vivere una “prima volta”…
C’è un nodo bello intricato che si è creato da poco, e quel “fermarsi” per forse progettare qualcosa di nuovo, non solo più mio, è un pensiero ricorrente che non se ne va.
Il “mio progetto” è più un’avventura, non detiene il pregio di un obiettivo, di un traguardo; questa cosa tutta mia, solo mia, sta acquistando sempre più valore da pochi mesi. Ѐ la spinta della forza cosmica verso l’infinito dell’universo: una particella che per passare tra due fenditure si comporta come un’onda e io, un po’ sbandata da questo moto impetuoso e pericoloso, mi do solo piccoli obiettivi. Piccoli obiettivi, bottoni da cucire, per non ritrovarmi a pilotare qualcosa di titanico completamente fuori controllo come l’adolescenza. Non credevo quando mi dicevano che sarebbe passata, incompresa e disagiata, scelte di pancia che non valutavo affatto. Aggiungo che, nonostante la mia vista sul mondo sia oggi un po’ nera, un po’ scura, depressa, chi lo sa dove mi porterà a seguire questa eco “mio, mio, mio…”? Per me che ho sempre seguito “tuo, tuo, tuo…”, sarà per questo nuovo passo di marcia che la furiosa rabbia si sia chetata? Eppure, potrei realizzare il mio progetto subito se solo lo volessi, ma voglio dargli un altro momento, forse diventerà tardi, forse non ci penserò più tra un po’ di tempo, forse non posso, non riesco, a “fermarmi”.

In tutti questi miliardi di anni penso che ogni atomo di acqua sia arrivato a riva, abbia toccato terra, sia ripartito per l’immenso e abbia compreso che è solo un atomo di acqua. Nell’infinità di tutto ciò che verrà trasportato dalla corrente, non potrà conoscere tutte le altre molecole, alcune gli saranno avverse da moti contrari, altre percorreranno con lui alcuni pezzi di strada, nascerà come tutte le altre dalla dura pietra, salirà in volo per schiantarsi con tutta la sua piccola potenza nuovamente nell’infinito.