Caro babbo Natale,
è ancor più difficoltoso quando si deve uscire da se stessi
è ancor più difficile quando si vuole immedesimarsi negli altri
è raro inciampare in tali valorosi
lontani dal pensiero della tua notte speciale
lontani dal freddo glaciale
lontani dal cielo boreale
ripenso al tempo in cui pensavo tanto forse troppo
ripenso a cosa non entrava nella lampada del genio
ripenso alla inadeguatezza di un nome di un genere che ci siamo regalati. umano.
ripenso allo sfarzo, le luci, il cibo, il calore, a volte lo sforzo di dover stare per forza con altre persone
ripenso alla Palestina e alle terre non-libere e a te caro babbo Natale
venerato come un Dio, portatore di doni per i figli di noi esseri umani consumisti-boreali
poi, per tutti i santi, ci passi il post del bambino morto trucidato mentre non interloquiamo durante i pasti
quello palestinese o fatto crederci libero e pensiamo…ma a che caxxo pensiamo???
Caro babbo Natale,
per il prossimo anno fammi un aereoplano, lo riempirò di valorosi, lo zepperó di inadeguati coraggiosi, lo porterò da quei presidenti, ci inginocchieremo e pregheremo di lasciarli vivere dignitosamente quei bambini palestinesi e delle terre dove si pensa ancor che la schiavitù sia stata estirpata dal Mondo, piangeremo, ci dispereremo, dovessimo finire in prigione, dietro a sbarre fisiche.
Peccato che non esisti e le sbarre mentali sono la tua Lapponia.