Circondati da linee purtroppo non immaginarie: linee di terra, linee di mare, linee tra prorompenti catene montuose e rose dei venti.
Cosa c’è oltre quelle linee, cosa c’è oltre i confini tracciati?
Un gomitolo che si sta srotolando e non lo si può più controllare, e a volte avvolge le persone, fa breccia nella mente, la stringe, la soffoca, crea l’odio.
Troppe teste che vogliono parlare contemporaneamente, troppe voci che pretendono la ragione urlando e schiamazzando…invece di stare in silenzio…invece di ascoltare il rumore dei passi…
Un rumore che da quando è iniziato non ha mai smesso di riecheggiare nel tempo.
Eppure quei passi continuano, tra la sabbia, nel fango,
a volte il rumore di quella vita viene donato al Dio del Mare,
a volte viene fermato da lampi e tuoni trasformati in bombe e proiettili,
a volte sono solo passi di speranza per una famiglia, un villaggio,
a volte ricercano un amore perduto,
a volte sono per la paura di tornare indietro.
Eppure sentiamo la mancanza,
la nostalgia di un confine sconosciuto,
di una linea del tempo che è andata ormai perduta.
Hanno cominciato a chiederci quali cose ritenessimo giuste, cosadesiderassimo per farci credere di essere più felici, più al sicuro, e alcuni così, schiacciati dal peso di quei fili che tagliavano la loro carne, hanno risposto;altri sono rimasti affascinati da quelle voci in grado di offuscare la mente, canti di sirene per dei marinai perduti, altri udendo tali domande hanno urlato il contrario.
Pieni di scempio e orrore a tal umana perdita del senno, e nel tempo sempre più, sempre più voci e ragioni.
Il caos.
Eppure continuiamo a tirare il filo tagliente dei confini.
Non pensiamo di poterlo riavvolgere e vedere cosa accadrebbe…