Sfidare la fede, conversazione con Emmanuele Curti

La conversazione prende avvio dal testo “Sfidare la fede”, redatto da Emmanuele Curti nei giorni precedenti la residenza e inviato agli artisti come “invito”

25 Febbraio 2021

La fede, conversazione con Emmanuele Curti

Parola che crea fisicità, spazio.

Fede nell’operato.

Mettere a disposizione le immagini che sorgono.

L’agorà spazio dell’incontro della comunità, spazio di salvezza, ma anche spazio di pericolo dove ognuno si espone all’altro.

Come restituire il pericolo.

Bicchieri in bilico sui sassi, sassi in circolo, nel mezzo la voce, canto politico.
Cantare e danzare nello spazio di pericolo

Parole rigirate, la conversione
Parole dette al contrario.

Parole rigirate, non solo in orizzontale, ma anche in verticale,
parola pozzo.

Pratica maieutica del maestro che abbassa la voce per alzare l’attenzione dell’allievo
un invito anche ad avvicinarsi
la prossimità ora è pericolo, fino a dove ci si può avvicinare?

La parola ricamata che svela una trasformazione nel retro
Cosa succede nonostante me.

Nascondere nel testo dei gesti.

Come nello spartito, una parola contiene il canto, la sua musica».

Tradurre la parola in suono.

Il mistero sta tra il segno e il suono.

In musica non c’è scritto tutto.

Lo spartito è come una formula fisica, finché non la sai leggere non dice nulla, appena la leggi, apre».

Stretta di mano,
un gesto finito».

Mano che tende senza guardare chi stringe».

Le mani della Cappella Sistina.
Il movimento che inganna
Le dita di Adamo e di Dio, si stanno avvicinando o si stanno staccando?

Patto, non solo tra gli uomini, ma anche tra uomini e natura
un patto spezzato».

Un patto è un contratto, ma si può recedere? La fede è un contratto?

Un segno di pace, una stretta di mano, la mano tesa
Un patto è un affidarsi ciecamente?

Mistero della fede.

Siamo affascinati da ciò che non so.

Ignoto.

Scomparire.

La religione cristiana è una religione rivelata. Credo a qualcuno che è esistito che incarna sia la divinità che l’essere umano che vedo.
I bambini vivono in una sovrapposizione di stati, in cui coesistono il credere e il non credere.

Differenza tra patto e contratto,
il patto spezzato ha reso necessario il contratto.
il contratto ha la clausola di recesso.
Nel patto c’è una rivelazione che è sovrapposizione di gesto e intenzione».

Una mano alzata, che dice non ho armi.

Etica.

Agamben: il capitalismo è una religione cultuale, tutto ha senso come compimento di un culto, celebrazione di un culto senza sogni e senza grazia. Il capitalismo si affida al credito, il debito è il peccato.

Un Dio che si fa uomo è molto più vicino, raggiungibile, diventa modello morale laico.

Sacro.

Inventiamoci uno spazio in cui abita il sacro.

Corpi in tensione comune.

I pesci che si muovono in banchi, la muta dei cani, gli stormi.

Volumi musicali in cui i suoni si accordano.

Raccogliere un seme del bosco che ci circonda
Avere fede che possa nascere, avere un pensiero di cura.

La cura non solo come intervento dell’uomo, ma anche saper guardare.
La cura come passo indietro.

Lettera agli Ebrei: la fede è fondamento di ciò che si spera ed è prova di ciò che non si vede.
La fede è comprendere tutto ciò che non si vede.

Piccoli amuleti, conservati in una scatola di cerini.
I Lari, piccolo museo portatile, una benedizione, un dono.
Raffigurano piccoli volti umani e animali. I primi avevano bocche spalancate tra l’urlo e il canto.Il gesto insegna, i primi Lari erano incerti, titubanti, poi la manipolazione è diventata più sicura, le forme delle figure sono cambiate, sono sparite le bocche.

Resa.

Resa che non è smettere di credere in qualcosa, ma essere in una alterità totale.

Spesso mi chiedo cosa è una comunità. E se le fronde del bosco hanno combattuto per me, chicco io devo diventare e prestare la mia voce (Tarkosky).

L’oracolo quando ti diceva qualcosa ti diceva un mistero.
Il curatore pronuncia una formula magica per curare.

La parola quando accade, riverbera.

Non mi interessa l’eco di me, mi interessa un riverbero. Dico una cosa e me ne ritorna un’altra.

Non ho nessuna certezza che ci sia una comunità, sono certa del riverbero uno per uno, un lettore, uno spettatore, uno sconosciuto.

Senza mettersi nella condizione di risolvere il bisogno di un altro. Siamo tutti senza mandato.

Darsi da fare per qualcosa di cui non si sa se ce n’è bisogno (per tornare a cosa lasciamo a Sansepolcro).

Ricordati di quanta tenacia ci è voluta per decifrare la mappa dentro le parole.
Scrivi perchè nulla è difeso e la parola bosco trema più del bosco. (Antonella Anedda).

Ma anche il silenzio, può essere orizzontale e verticale.

Uno spazio intenzionale, liturgico, è pensato per accogliere il silenzio.

La grazia può esistere senza fede?.

Ricerca di parole luminose, raccolta, attesa, essere abitati, senza pretendere di restituire quello che mi ha abitato.

Creare il sacro, fare sacro, sacrificio che però comporta una resistenza.

Resistività di superfice, capacità degli insetti di rimanere sull’acqua che dipende forza di coesione.

Sacro è il recinto, è il luogo entro il quale costruire un patto, costruire il silenzio, pronunciando parole.

Affidare il corpo.

Darsi.

***

Ci dividiamo in tre Aree di fatto:

Spazi di pericolo.

Il sacro e lo spazio.

Parole pozzo.