non ho mai scritto su di lei, un tabù che voglio affrontare. era bella, giovane, intrepida, coraggiosa, intelligente, pittrice, cameriera, interprete. lei su di me ha scritto, ho un album. piangevo quando vedevo immagini o leggevo di guerre, piangevo, le dicevo che avrei voluto fare qualcosa. quelle righe le ha commentate scrivendo che ero troppo piccola. mi ricordo che aveva molta fantasia, più di me, non ci faceva mai annoiare. dopo 17 anni l’ira è passata, ho avuto una crisi al dodicesimo anniversario, perché da lì in poi sarebbe stato più tempo senza che con. 17 anni fa con lei è morto dio, quello che è, crederci è un’allucinazione. mi ossessionavo di domande o erano le domande che ossessionavano me. perché, come, perché a milioni. anche se non può garbare questa risposta che ho serve a me: ci facciamo e facciamo così tanto male a noi, agli altri, al mondo che tutti quanti dobbiamo prendere un po’ di quella dose di dolore per bilanciare il passato. mi ricordo mia nonna quando nella casa al mare -un golfo, due estremità, croata e serbamontenegrina, bombe- lei attaccava il nastro adesivo ai vetri nel caso si frantumassero, ancora c’è quel nastro alle finestre nella casa al mare, ancora appiccicoso, logorato dal tempo, dal sole, dal sale. era sempre capodanno la notte. quale accanimento zelma (anni che non scrivo questo nome) abbia avuto per ricominciare non sapendo una parola in italiano, chissà che terrore la accompagnava con due bambini, uno in fasce. chissà quanto ha odiato la sua malattia, combattente, a volte non basta, a volte le guerre si perdono. a volte ti chiedi come sarebbe ora se…ci compravamo le scarpe uguali, si scordava di tirare il freno a mano, mangiava tronki e duplo a manetta. dire che l’ho sentita una volta, dopo, parrò matta e scontata con questa frase, ma ci metterei tutte e due le mani sul fuoco, pure i piedi. ho avuto anche il rifiuto di accettare tutto, nella mia mente lei era in canada a curarsi e per curarsi doveva dimenticare, poi mio babbo la riportava a casa, ma lei era come una straniera in se stessa.
l’unica cosa che vorrei cambiare della mia vita, farebbe cambiare tutto