Corpo come evento, conversazione con Virgilio Sieni e Simona Bertozzi

26 Febbraio 2021, conversazione con Virgilio Sieni e Simona Bertozzi
Un non-riassunto

 

 

 

 

 

 

 

 

Fede e corpo

Il corpo come evento

Nutriamo e coltiviamo la speranza che la fede si realizzi in qualcosa

Per chi ha fede, non serve per forza che qualcosa si realizzi

Lo spazio tra Adamo e Dio è uno spazio tattile, quella del mistero, che è bene che non emerga (Agamben), perchè annuncia l’apparire del nascosto inesauribile.

Mistero e gesto, sono entrambi inesauribili.

Il gesto abitudinario parte dall’intenzione e arriva all’obiettivo, è un gesto economico, un metodo della specie di adattarsi al mondo.
L’inesauribilità del gesto viene dalla natura di esseri viventi che hanno bisogno di abituarsi alle cose, ma sono anche capaci di creare novità.

Poi ci sono i gesti, cosiddetti astratti, ma dal momento che riguardano i corpi, sono tutt’altro che astratti.

Nel momento in cui risuona in me ciò che sto guardando, si realizza una sorta di sospensione, uno stato in cui per un attimo non graviamo più.

Lo spazio tattile tra le due dita di Michelangelo corrisponde allo spazio tra le mani del Cristo del Battesimo di Piero della Francesca, i palmi delle mani sono appena allontanate, creano una sospensione.

Il contatto, arriva ben prima di toccarsi.
Resistere al contatto.

Lo spazio tattile ci comprende tutti.
Il corpo esiste perché esiste perché c’è uno spazio

Spazio, natura, le cose, il corpo

La spontaneità del gesto, la vita nasce dallo spostamento che le cose subiscono nella caduta.

L’arte sposta. Crea novità, destabilizza i facilitatori di confort, destabilizza la routine.

Necessità di immersione nel corpo, come azione non finalizzata.
Costruire relazioni
Creare ordini di parentela inediti, non consanguinei ma per mescolanza (Emmanuele Coccia).

Tavola anatomica di Diderot, i contorni sono sfumate, si contamina con l’esterno.
Corpo cosmico, che crea possibilità.
La fede come dimensione di possibilità.

La prossimità non come tocco, ma come possibilità.
La mescolanza.
Il movimento come processo, elaboriamo e introiettiamo geometrie.

Sfumare i contorni
Corpo in continuo stato creaturale, aurorale, che prende vita nel respiro e che incede nell’incompletezza.
Stato di quiete che è vibrante animalità.

Corpo che è nell’apertura.
E’ un sentire che è al contempo sentirsi.
Un tempo che si sente spazio.
Una necessità che si dà nella contingenza.
Corpo cosmico.